«Costruire deve tornare ad essere un atto di responsabilità sociale e ambientale che richiede un cambio di paradigma intellettuale e cioè la presa di coscienza da parte di tutti gli attori delle trasformazioni del territorio e, in primis, da parte degli architetti, dell’epocale cambiamento in corso, non solo climatico, ma culturale».
«Il futuro delle città e dei territori italiani è, a partire dall’VIII Congresso nazionale, il tema centrale della politica del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. Parte dall’assunto che qualità della vita e qualità dell’architettura rappresentano due principi indissolubili: persone al centro del progetto; città come luogo complesso, come insieme di strutture e di funzioni, come sede di interessi e di comportamenti individuali e collettivi; città attrattive di attività innovative e di capitali che cercano luoghi competitivi dove andarsi ad allocare; città, infine, palcoscenico del cambiamento e delle sfide della città contemporanea».
Così Giuseppe Cappochin, presidente degli architetti italiani, a Padova in occasione dell’iniziativa “Il Futuro delle Città italiane – Incontro/dialogo sul Governo delle città e del territorio” tenutasi a Padova il 24 e 25 ottobre.
Il presidente degli architetti italiani ha poi sottolineato «l’assoluta esigenza di promuovere una cultura della domanda di qualità dell’architettura, per generare modalità nuove nella progettazione e per scongiurare l’assuefarsi ad una edilizia mediocre che ancora oggi, troppe spesso, ferisce ed umilia le nostre città. Obiettivo questo del progetto “Abitare il Paese – La cultura della domanda – I bambini e i ragazzi per un progetto di futuro” che il Consiglio Nazionale sta realizzando insieme alla Fondazione Reggio Children-Centro Loris Malaguzzi e che coinvolge, tra la prima e la seconda edizione, tremila studenti chiamati a sperimentare in quanto cittadini del presente e del futuro, percorsi di ricerca sulle città del futuro».
«È urgente – conclude Cappochin – che il nostro paese si doti di politiche che consentano alle città di assumere un ruolo decisivo in grado di generare l’attrattività vincente in termini di mercato del lavoro, innovazioni di processo e di prodotto, ricerca, internazionalizzazione, tutela dell’ambiente, svago ed educazione. A questo proposito il Consiglio nazionale degli sta predisponendo principi generali per una proposta di legge sulla città per renderle efficienti, attrattive e incubatrici di un’alta qualità della vita: un approccio normativo innovativo che, insieme a interventi di rigenerazione urbana, mostri una visione strategica nuova, globale e non più settoriale e parziale in particolare relativamente agli investimenti che alle città devono essere destinati».
«Interessanti e di qualità le proposte che vengono dagli architetti – ha sottolineato il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Salvatore Margiotta. Le valuteremo insieme e ci lavoreremo nei mesi a venire, congiuntamente ad altre iniziative normative di origine parlamentare. Nel frattempo, nella legge di stabilità il Governo darà un primo segnale in materia, stanziando un miliardo di euro per progetti presentati da Comuni con oltre 60.000 abitanti».
All’iniziativa “Il Futuro delle Città italiane – Incontro/dialogo sul Governo delle città e del territorio” hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Padova, Sergio Giordani; il vice sindaco di Roma, Luca Bergamo; Luisa Polli, assessore alla Città, Territitorio, Urbanistica, Ambiente del Comune di Trieste; Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale.