Il cordoglio dell’Ordine degli Architetti di Genova con uno sguardo al futuro della città
La polvere si è posata, le sirene non suonano più, il cemento è ancora nell’alveo del Polcevera ma verrà smaltito a breve. La macchina dei soccorsi a Genova è brava a sanare le ferite e accorrere all’emergenza. Lo sappiamo bene: frane, alluvioni, crolli, fatalità o errori, la nostra città è fragile e spesso ferita. Ma si alza sempre e sempre migliora.
E’ con questo spirito, collaborativo, progettuale e rivolto al futuro, che l’Ordine degli Architetti P.P.C. di Genova, dopo aver pianto le vittime e aver espresso vicinanza a tutte le persone colpite da questo lutto, si affianca alle amministrazioni della Città e della Regione, ai politici e ai tecnici, perché vogliamo lavorare e impegnarci per sollevare la testa.
I progetti per la nostra città devono andare avanti. Rigenerazione urbana, infrastrutture, porto, cultura e periferie devono continuare ad essere non solo i temi di discussione, ma progetti concreti realizzabili con canali privilegiati di finanziamento, con capacità decisionale, con costruttiva progettualità. L’Ordine degli Architetti di Genova è continuamente attivo nel proporre modelli e strategie di impulso per la crescita ed il rilancio della città, presente nel suggerire dinamiche che li inneschino, fattivo nel traguardare l’orizzonte di Genova al 2050.
Oggi non dobbiamo celebrare processi e cercare i colpevoli; saranno i magistrati, i tecnici incaricati e gli specialisti a capire le cause tecniche e le eventuali manchevolezze amministrative e anche politiche. Oggi noi Architetti, come istituzione, come comunità professionale e come cittadini, ci mettiamo a disposizione delle amministrazioni di Genova e della Liguria, che in questi giorni hanno unito le loro forze per far risorgere la città. Ci batteremo perché i progetti per il domani abbiano risorse adeguate per garantirne la qualità e la manutenzione pianificata; vigileremo per la sicurezza e promuoveremo lo sviluppo; premeremo perché la politica risponda con i fatti, a partire dalle soluzioni temporanee fino ai progetti della gronda e del terzo valico, perché vengano adottati provvedimenti straordinari e agevolazioni fiscali per la rigenerazione, per la demolizione e ricostruzione.
Oggi, dopo aver pianto le vittime, dobbiamo pensare alla città sopravvissuta, ad un ridisegno lungimirante delle infrastrutture e all’orientamento degli investimenti pubblici verso interventi coordinati e coerenti che restituiscano agli sfollati, ai cittadini e alle migliaia di aziende in difficoltà una città più efficiente, funzionale e viva.
Il Consiglio e tutta la comunità professionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Genova