I decreti Cura Italia e Liquidità hanno accolto alcune delle istanze avanzate in questi ultimi anni dall’Ente nazionale per il Microcredito, finalizzate a sviluppare il settore microfinanziario a supporto del rilancio del mondo professionale e della piccola e media impresa.
In questo momento di emergenza sanitaria, tali disposizioni assumono un valore strategico per l’Ente. Con il Cura Italia, in particolare, si è elevato da 25mila a 40mila euro l’importo massimo delle operazioni di microcredito imprenditoriale previste dal Testo unico bancario. Si è attivata una serie di opportunità estendibili anche ai professionisti titolari di partita Iva, individuale o societaria, che operano in Italia e costituiscono, con i loro piccoli e medi studi, l’ossatura portante del nostro sistema professionale.
L’estensione del limite a 40mila euro lascia immutata la previsione di un’ulteriore integrazione del finanziamento, fino ad un massimo di 10mila euro. Viene così introdotta la possibilità per i soggetti beneficiari, qualora ne ricorrano le condizioni, di ottenere un finanziamento complessivo massimo di 50mila euro. L’erogazione del finanziamento aggiuntivo è frazionata e prevede precise condizioni:
a) il pagamento puntuale di almeno le ultime sei rate pregresse;
b) lo sviluppo del progetto finanziato, attestato dal raggiungimento di risultati intermedi stabiliti dal contratto e verificati dall’operatore di microcredito.
Il protocollo che il CNAPPC ha sottoscritto con l’Ente di l’Housing per il Microcredito rientra nelle nuove disposizioni.
Per maggiori informazioni si rimanda al Vademecum del Centro Studi dell’Ente Nazionale per il Microcredito