“Il Decreto Cessioni impedisce lo sconto in fattura e vieta alle pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti fiscali e sancisce la fine della riqualificazione diffusa del patrimonio edilizio esistente. Decisioni assunte – commenta Riccardo Miselli, presidente Ordine degli Architetti di Genova – senza alcun confronto tecnico sui contenuti e che modificano, per l’ennesima volta, le regole del gioco a partita in corso. Questo intervento riduce drasticamente l’impatto della misura sull’ambiente e sull’economia del paese, interrompendo la crescita economica e contraddicendo gli indirizzi che l’Europa ci sta dando in termini di neutralità energetica che dovranno essere perseguiti attraverso l’applicazione della direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia.
Si sta verificando uno scontro impari: da un lato costruttori e condomini messi in seria difficoltà, dall’altro il bilancio pubblico dello stato apparso improvvisamente in pericolo. Una battaglia tra posizioni contrastanti combattuta a suon di numeri che impone al governo una seria riflessione che non può prescindere dall’ascolto dei tecnici – architetti, ingegneri e altri, riuniti nella Rete delle Professioni Tecniche – che per loro ruolo hanno il compito di raccordare e allineare la volontà politica con le trasformazioni concrete anche nel medio e lungo termine.
La mancata centralità della voce dei professionisti nel dibattito di questi giorni è assordante – aggiunge Miselli. – I processi di cui stiamo parlando sono, in primis, valutati nella loro fattibilità e poi pianificati da architetti e ingegneri ben prima che le imprese vengano coinvolte e scendano in campo. Inoltre, sono sempre loro – i tecnici – che asseverano, assumendosene le responsabilità, quanto effettivamente viene realizzato in cantiere e permettendone lo sgravio fiscale.
Si perpetuano, nonostante i vari cambi di governo e la ventina di correttivi normativi intervenuti dall’avvio della misura a oggi, gli stessi errori del passato, ovvero azioni improvvisate e repentini cambi di rotta secondo logiche di natura politica che nulla hanno a che fare con gli interessi dei territori.
ll governo deve prendere decisioni chiare, adeguate e mirate a risolvere nell’immediato le criticità contingenti ma, al contempo, deve elaborare in fretta una visione di città futura in cui attuare misure di rigenerazione urbana realmente incisive, con norme strutturali e prospettive a lungo termine per non ritrovarsi, tra pochi mesi, nella stessa condizione” – conclude il presidente dell’Ordine degli Architetti di Genova.