III Edizione “Abitare il Paese – La Cultura della domanda: i bambini e i ragazzi per un progetto di futuro”

Il 30 giugno 2021 si è conclusa la terza edizione di Abitare il Paese, progetto promosso dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori con la collaborazione della Fondazione Reggio Children-Centro Loris Malaguzzi  e attivato sui territori grazie ai diversi Ordini Provinciali.

Il tema centrale di questa edizione è stato volgere lo sguardo alla città come luogo di apprendimento, utilizzando l’ascolto attivo dei bambini e dei ragazzi, strumento fondamentale di confronto per stimolare una nuova visione della città – accogliente ed educativa –  e generare una richiesta di un’architettura di qualità.

Ai cento bambini e ragazzi che hanno preso parte alle edizioni precedenti, quest’anno si sono aggiunti i ragazzi dell’istituto Santa Dorotea di Genova Rivarolo, la scuola primaria Daneo e il liceo artistico Klee Barabino, con attività portate avanti grazie all’impegno ed alla passione – oltreché un percorso formativo dedicato presso la Fondazione Reggio Children-Centro Loris Malaguzzi –  dei nostri architetti/tutor Laura Ballestrazzi, Francesca Coppola, Jacopo Morando e Nicoletta Piersantelli.

Con il progetto Ri-scopriamo Rivarolo, gli alunni della classe II A dell’istituto Santa Dorotea di Rivarolo – diciotto tra ragazzi e ragazze –  hanno potuto sviluppare una visione critica ed uno sguardo consapevole sul quartiere che vivono ogni giorno. Partendo dalla domanda ‘E se la scuola non esistesse più?’ gli studenti hanno lavorato a scala territoriale, analizzando e mappando il quartiere di Rivarolo Certosa, per immaginare una scuola diffusa sul territorio, composta da luoghi di apprendimento non convenzionali. Attraverso questo lavoro i ragazzi hanno scoperto fragilità e ricchezze del quartiere sia fisiche che emozionali.

Alla Scuola Primaria Daneo abbiamo lavorato con la 4A e la Maestra Maria Lucia Soldi, a partire dal mese di Aprile, non appena le misure di sicurezza anti Covid hanno lasciato intravvedere la possibilità del lavoro in presenza.

Durante i 4 incontri con i bambini abbiamo iniziato col far emergere una storia di cui ogni bambino è protagonista, la storia del suo apprendere nello spazio, presentando gli elementi/personaggi della Storia: l’insegnante l’architetto e la città.

Ogni bambino in rapporto alla città (dentro, fuori, nel centro, etc…) con la bussola delle sue emozioni ha raccontato una cosa che ha imparato, dove è successo, chi lo accompagnava… Un piccolo racconto di un’azione che ha avuto luogo.

Poi, al secondo incontro, ogni bambino ha contribuito con un disegno, una frase su un foglio, un fotomontaggio in cui gli abbiamo proposto di reinterpretare spazi inediti dell’educazione e di esplorare la possibilità di apprendere cose diverse in spazi non convenzionali.
Nell’ultimo incontro questa attività di rilettura e reinterpretazione si è rivolta agli spazi della città, scelti e fotografati dai bambini stessi con una piccola macchina fotografica usa e getta.

Pensiamo che attraverso questo percorso i bambini hanno sperimentato la possibilità di progettare giocando, scegliendo in maniera spontanea se lavorare in gruppo o individualmente, di immaginare qualcosa di diverso e inedito a partire da immagini create da loro stessi, da parole del loro vocabolario, da storie della loro fantasia.

I ragazzi del Klee Barabino si sono concentrati sul centro storico, svolgendo la loro ricerca immaginando che la scuola non sia più a scuola, e neanche in DAD, ma in città e che la classe sia la task force che assiste il governo per progettare un nuovo modo di fare scuola. Dove imparo? Cosa imparo? Come lo imparo? Cosa mi serve per impararlo? Le risposte a queste domande hanno generato pensieri molto oltre la didattica, portando i ragazzi a scoprire che per imparare in città serve tempo, relazione con gli altri, capacità di ascolto, collaborazione tra giovani e anziani.

Nonostante l’emergenza sanitaria da Covid-19, gli Istituti hanno abbracciato con entusiasmo il progetto, impegnandosi nella ricerca di strategie che permettessero il corretto svolgimento del percorso anche a distanza attraverso le piattaforme Dad delle scuole.

Le attività nelle scuole riprenderanno in autunno, proseguendo l’impegno del nostro Ordine nella direzione di portare sui territori ed all’interno delle classi la cultura di domanda di architettura di qualità, dell’idea di progetto e della consapevolezza dell’architettura come bene collettivo.