La Commissione Urbanistica e Paesaggio dell’Ordine Architetti PPC di Genova, nell’ambito della collaborazione con il Comune di Genova, attraverso la Conferenza Comunale per l’Edilizia, ha redatto un documento che sintetizza i punti salienti da tenere presenti nella redazione del Piano del verde che l’Amministrazione comunale sta predisponendo.
In sintesi si ritiene che il quadro conoscitivo e le linee progettuali del piano del verde dovrebbero perseguire obiettivi di tutela e valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente, anche come fattori di sviluppo sociale ed economico di una comunità, intesi come “diritto alla salute”.
Al centro delle nostre riflessioni vi è la presa d’atto che il complesso delle aree verdi di un territorio comunale forma un unico organismo funzionale ed ecologico-ambientale.
Fondamentale nella costruzione del piano è una conoscenza esaustiva del territorio, espressa attraverso la formazione di un sistema di cartografie che integri la ricca base conoscitiva esistente, finalizzandola agli obiettivi della tutela e della valorizzazione del sistema del verde, e la renda accessibile a tutti i portatori di interesse.
Partendo dallo studio del complesso reticolo idrografico da cui emergono crinali maggiori e minori, i relativi ambiti vallivi definiscono dei veri e propri ambiti paesistici, che vanno dalla grande scala a quella intermedia fino ai sub ambiti di dettaglio. I fenomeni che avvengono tra una scala e l’altra sono strettamente correlati. Gli ambiti paesistici intermedi richiedono l’elaborazione di un censimento degli spazi aperti, finalizzato a capirne le funzioni attuali in relazione a quelle che potrebbero svolgere in un processo di riequilibrio.
La fase progettuale dovrebbe quindi comportare l’individuazione delle azioni da attuare per raggiungere gli obiettivi che il piano del verde si pone. Azioni che potranno essere rappresentate in cartografia, e mediante specifiche schede puntuali di approfondimento, comportanti l’analisi delle trasformazioni, con previsioni temporali degli interventi previsti, connessi alla necessaria cura programmata degli stessi.
In sintesi andrebbero attribuiti parametri alle diverse tipologie di spazi verdi pubblici esistenti, comprese quelle di proprietà privata, quelle in fase di attuazione e quelle programmate. Dovrebbe essere evidenziata la sovrapposizione degli spazi verdi pubblici alle zone di pericolosità idraulica e idrogeologica, nonché verificato il livello di accessibilità, privilegiando la pedonalità e più in generale la mobilità dolce.
Attenzione particolare va ai corsi d’acqua che possono assumere un ruolo fondamentale di interconnessione del sistema del verde, se attraverso processi di rinaturalizzazione si ripristinasse la loro funzione di corridoi ecologici tra il litorale e la collina.
L’obiettivo esteso a tutti gli spazi aperti è di passare da un approccio monofunzionale e difensivo di smaltimento dell’acqua ad uno ecologico multifunzionale, nature-based, che prevede di realizzare suoli e superfici permeabili e pavimentazioni drenanti al fine di contenere i deflussi delle acque e infiltrarle in falda.
Sarebbe opportuno incentivare anche la realizzazione di verde pensile, che contribuisce alla tutela della biodiversità, al miglioramento del microclima, all’abbassamento della temperatura urbana, alla riduzione delle emissioni di CO2, al trattenimento delle polveri e infine alla diminuzione dell’inquinamento acustico.
Angela Gambardella, Consigliera dell’Ordine Referente Paesaggio
Francesca Salvarani, Consigliera Segretaria dell’Ordine Referente Urbanistica