Riportiamo qui di seguito il comunicato stampa della sezione Ligure dell’Istituto Nazionale di Urbanistica.
L’istituzione del Parco Nazionale di Portofino e la conseguente ridefinizione dei confini da parte del Ministero, che portano la superficie protetta a 5363 ettari rispetto ai 1055 dell’attuale Parco regionale, ha fatto irruzione nel dibattito sul destino di questo fragile e prezioso contesto, determinando una potenziale svolta culturale ma al contempo operativa per la gestione del territorio. Pur rilevando che l’iniziativa è scaturita, di fatto, solo in seguito alla sentenza del Tar Lazio, e quindi nel contesto di un grave deficit di “attenzione” sul tema da parte delle istituzioni locali e centrali rispetto al dibattito che avrebbe dovuto essere condotto sul territorio, l’INU ritiene che tale proposta di confini rappresenti, tuttavia, un buon compromesso iniziale. Si tratta infatti di un punto di equilibrio sul quale è auspicabile l’apertura di una approfondita e scientificamente fondata discussione che veda coinvolti le comunità locali, la Regione, il Ministero, gli abitanti e, non da ultime, le espressioni della cultura e della scienza. Il lavoro dovrà conciliare, partendo da questa prima proposta, le ipotesi iniziali di allargamento dei confini elaborate da ISPRA, che avevano inizialmente contemplato un’area ben più ampia, ma di ardua gestione, di oltre 50.000 ettari, e le ipotesi conservative di puro mantenimento dei confini attuali, comunque troppo esigui per un Parco Nazionale.
La proposta ora sul tavolo si basa sostanzialmente sul perimetro del Parco e area contigua degli anni ’80, comprendendo un territorio sul quale esiste già una notevole quantità di studi scientifici che rafforza e consolida la scelta fatta. Riteniamo inoltre che il coinvolgimento di alcuni primi Comuni interni nel nuovo Parco (Avegno, Cicagna, Coreglia, Tribogna) sia significativa e potenzialmente molto fruttuosa in quanto sarebbe importante promuovere un’integrazione tra l’area costiera e le aree di crinale, che costituiscono la cornice paesistica ed ambientale del promontorio. INU Liguria non può non ribadire, in questa circostanza, che un Parco naturale non è solo (e non tanto) un’imposizione di vincoli, ma rappresenta altresì un’occasione di sviluppo e un’opportunità per promuovere attività innovative non solo compatibili ma di valorizzazione dell’ambiente. Proprio per evitare tale rigida concezione del concetto di area protetta, si dovrebbero rivedere collegialmente fin da subito quelle norme di accompagnamento alla proposta di nuovi confini che, introducendo una serie di stringenti limitazioni calate dall’alto senza il minimo interessamento degli Enti e delle comunità locali, rischiano di creare conflitti ed attriti con un apparato normativo già molto stratificato.
La proposta del Parco Nazionale, pone dunque tutti gli attori di fronte all’urgenza di affrontare sfide assai delicate ma allo stesso tempo stimolanti, vista la necessità di riuscire a gestire un territorio molto antropizzato e caratterizzato da una forte pressione turistica, portando a sintesi le esigenze degli abitanti e degli operatori economici con quelle della tutela attiva del territorio, in uno scenario molto complesso di pianificazione territoriale, rivedendo, dove necessario, gli strumenti regionali e metropolitani ma soprattutto i piani comunali, che oggi costituiscono un mosaico assai articolato, di varia datazione e cultura ma di difficile lettura. Una sfida che richiede la massima partecipazione, a partire dalle comunità locali, ed il coinvolgimento delle migliori intelligenze culturali e scientifiche della Regione.
Il presidente pro-tempore INU Liguria
Prof. Arch. Giampiero Lombardini