Nuovo codice Appalti

Il Consiglio dei ministri, ha approvato il decreto legislativo di attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori speciali dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché sul riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.

Subito operativo il criterio di aggiudicazione con l’offerta economicamente più vantaggiosa, il divieto di appalto integrato, e la cancellazione dell’incentivo 2% ai progettisti interni alla Pubblica Amministrazione. Altro punto molto criticato è la non obbligatorietà del “decreto parametri” (Dm 143/2013 ) per la determinazione del corrispettivo da porre a base di gara e la questione BIM, rimandata e discrezionale.

L’offerta economicamente più vantaggiosa dovrà essere utilizzata obbligatoriamente nell’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura, dei servizi di natura tecnica e intellettuale di importo superiore a 40 mila euro.

Per i servizi di progettazione, redazione del piano di sicurezza e coordinamento e per i compiti di supporto alle attività del Responsabile unico del procedimento (RUP) non si dovrà versare la cauzione a corredo dell’offerta pari al 2% del prezzo base indicato nel bando.

Se da un lato si deve riconoscere che il riordino sul tema Appalti era di fondamentale importanza, appare oggi deludente e farraginoso, per i colleghi e per le Pubbliche Amministrazioni, leggere e capire il Nuovo Codice.

Se lo slogan doveva essere “sia l’architettura e non l’architetto a vincere gli incarichi di progettazione” oggi si lamenta la scomparsa nel nuovo Codice Appalti di una parte specifica dedicata ai servizi di ingegneria e architettura.

Certo, troviamo il riconoscimento della centralità del progetto e il superamento, in parte, del massimo ribasso oltre al ricorso ai concorsi che rappresentano l’unica strumento per realizzare buone architetture pubbliche.

Per altre norme, come il dèbat public, bisognerà attendere i decreti attuativi dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC).

La Commissione Lavori Pubblici dell’Ordine degli Architetti PPC di Genova, presente al Tavolo Tecnico del CNA, valuterà insieme alla Rete delle professioni i correttivi e le attività di lavoro e di pressione politica e tecnica e tutti i colleghi sono invitati a inviare proposte e idee sul tema. Infatti è proprio in questa fase di redazione dei decreti attuativi di ANAC il momento topico del nostro lavoro di lobby e di convincimento sulla bontà delle nostre idee.