Gli Architetti PPC italiani propongono una “politica nazionale per il lavoro”.
I dati sulla situazione reddituale dei professionisti sono preoccupanti e incidono soprattutto sui giovani. Siamo dell’avviso, infatti, che sia urgente un “pacchetto di misure per il rilanciare il lavoro professionale” al fine di contrastare la tendenza attuale attraverso la creazione di nuove opportunità di lavoro per gli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e
Conservatori rilanciando la centralità del progetto per la rigenerazione sostenibile delle città e del territorio.
Il settore dell’edilizia, fondamentale per l’economia nazionale, nel decennio tra il 2008 ed il 2017, ha subito una forte crisi, avvertita non solo in Italia, ma in tutto il continente europeo. Mentre i Paesi europei hanno cominciato a registrare un discreto aumento degli occupati nel settore edile già dal 2015, il nostro Paese ha segnato, invece, un timido aumento degli occupati solo dal 2017 (circa 5.000 unità); la pandemia ha poi interrotto in maniera drammatica questa positiva inversione di tendenza.
Gli incentivi fiscali, quali Superbonus e altre misure, ricoprono attualmente un ruolo determinante, svolgendo, però, un’azione contingente e non strutturale; a tale proposito stiamo lavorando perché le misure diventino organiche e, soprattutto, pertinenti all’obiettivo comune correggendole profonde stonature presenti nel decreto anti frode e
nella legge di bilancio. Grazie a questi provvedimenti, il 2022 dovrebbe registrare un’ulteriore crescita del 19 % del comparto edilizio rispetto al 2021.
Oltre al Disegno di Legge di Bilancio sopra citato vanno attenzionate con forza il Decreto legge recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il percorso avviato per Legge per l’Architettura, il Disegno di Legge sulla Rigenerazione Urbana, il nuovo Codice delle Costruzioni e il mai meno importante progetto sul ripristino delle Tariffe Professionali e dell’Equo Compenso.
La programmazione Europea 2021/2027 e le nuove risorse messe in campo dall’UE (Recovery Plan), vedranno nuovamente le città ed i territori al centro di ingenti investimenti, i prossimi mesi saranno un banco di prova importante per migliorare la capacità progettuale e gestionale degli attori istituzionali, economici e sociali. Per
rispondere alle sfide della complessità, è urgente utilizzare in maniera efficace queste risorse, coinvolgendo i corpi intermedi e la stessa Governance. Sviluppare i rapporti già in essere è indispensabile per attuare strategie, programmi e progetti di ampio respiro per la ripresa del Paese.
Uno studio commissionato dal Consiglio Nazionale offrirà agli Ordini Provinciali uno spaccato analitico dei diversi mercati provinciali in termini di domanda di progettazione architettonica che tenga conto del quadro analitico più generale e che sviluppi una analisi del mercato territoriale in grado di stimare: nuove progettazioni, interventi di recupero, mercato immobiliare, appalti di progettazione, ecc. ecc. In sostanza uno strumento utile per integrare i risultati dell’indagine nazionale, con dati puntuali territoriali da offrire agli ordini.
Il mercato italiano della progettazione è connotato da studi professionali di piccole dimensioni, con elevata frammentazione e scarsità di reti aggregative: sono queste caratteristiche che limitano la capacità di competere e di innovare, anche se compensate da un elevato grado di professionalità e specializzazione. Occorre quindi aiutare gli studi a crescere e competere sul mercato globale, dando loro il supporto necessario per attivare prassi virtuose di innovazione e digitalizzazione che richiedono, a nostro parere, nuove forme societarie ed aggregative snelle, efficaci e multidisciplinari, incentivate fiscalmente, ed in grado di dare vita a modelli organizzativi in rete.
Presenteremo in merito un emendamento che introduca la neutralità ai fini Irpef delle operazioni di trasformazione delle associazioni di artisti e professionisti in società tra professionisti, l’inserimento di un “regime premiale” che possa incentivare le operazioni di aggregazione, migliorare la qualità dei servizi professionali offerti, superare le attuali
incertezze riguardanti i criteri di determinazione dell’imponibile fiscale, rivendicare il principio per cassa e l’esclusione dall’applicazione della ritenuta d’acconto sui ricavi all’atto dell’incasso.
Non meno importante è l’attenzione che riserveremo ai rapporti contrattuali tra colleghi, subordinati o a partita iva; i primi meglio regolarizzati ma poco snelli e “costosi”, i secondi sicuramente più flessibili e sdoganati, in parte, dalla Legge Fornero ma con vizi di forma nell’autoregolamentazione in merito alle modalità d’azione dello svolgere professionale e soprattutto nella quantificazione dei compensi tra le parti.
Il nostro Codice Deontologico, agli articoli 20, 21 e 22, al netto di quanto sopra, ci ricorda comunque quali sono gli aspetti inderogabili e imprescindibili per la collaborazione lavorativa tra le parti.
La modernizzazione della Professione è altresì necessaria per far crescere il nostro Paese, nuove modalità devono essere sperimentate nell’organizzazione degli Studi professionali e nuove opportunità formative occorrono per accrescere la capacità prestazionale del sistema professionale, in altre parole bisogna dotarsi di strumenti operativi ed innovativi (intelligenza artificiale) per riformare e rilanciare il ruolo strategico della libera professione.
In questo percorso vogliamo anche coinvolgere personalità non facenti parte della nostra rappresentanza professionale, ma fondamentali per aprirci a nuove interlocuzioni e rapporti esterni. Queste azioni, già illustrate durante la Conferenza degli Ordini di Venezia, sono appena iniziate e necessitano del supporto di tutto il mondo Ordinistico; restiamo, quindi, a disposizione, per ricevere contributi e sollecitazioni in merito.
Allo stesso modo sarà nostra premura aggiornarvi sull’avanzamento delle iniziative messe in campo e sugli auspicabili risultati ottenuti.
Con i migliori saluti.
Consiglio Nazionale Architetti PPC
Il Responsabile del Dipartimento “Lavoro”
Massimo Giuntoli