Nella seduta del 1 aprile il consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC di Genova ha ratificato il differimento al 30 novembre dei termini per il pagamento della quota di iscrizione all’Albo per l’anno 2020.
«Per quanto piccolo, il nostro vuole essere un gesto di attenzione agli iscritti in un momento così delicato – commenta il presidente Paolo Raffetto -. Allo stesso tempo, ci stiamo coordinando con il Consiglio Nazionale per adottare tutti gli accorgimenti possibili a fronteggiare la crisi, tra i quali la richiesta ad Inarcassa di misure compensative per i liberi professionisti.
«Riguardo le problematiche rilevate dal Consiglio e sollevate da molti colleghi, ci siamo infatti già attivati attraverso i nostri consiglieri referenti per sollecitare su tali tematiche l’attuale Consiglio di Inarcassa. Nella riunione prevista venerdì prossimo verranno valutati ulteriori provvedimenti da adottare nei confronti dei colleghi in tutta Italia, oltre a quelli già in essere, riguardanti la sospensione dei termini di pagamento per le scadenze fino al 30 aprile per le zone rosse di Lombardia e Veneto.
«Temiamo che la situazione legata all’emergenza Covid 19 non troverà soluzione in tempi rapidi, pertanto riteniamo necessario che la nostra cassa di previdenza individui adeguate e incisive misure di sostegno, anche sollecitando provvedimenti governativi, nei quali purtroppo le libere professioni vengono spesso dimenticate. Certamente saranno tematiche che dovranno essere affrontate anche dal nuovo Comitato nazionale dei delegati che verrà eletto con le votazioni che inizieranno la settimana prossima.
«Per il futuro, da anni riteniamo necessaria e strategica la sinergia, nel rispetto dei rispettivi ruoli istituzionali, fra gli ordini professionali (CNAPP/CNI) e Inarcassa, come è stato auspicato nella recente circolare dell’11 marzo anche dal Consiglio Nazionale degli Architetti, per proporre con forza e congiuntamente al governo gli strumenti straordinari oggi più che mai necessari, in questo momento così difficile per tutto il paese, a garantire la sopravvivenza stessa della libera professione».