Protocollo d’intesa per promuovere la partecipazione nella realizzazione dei nuovi spazi pubblici nel quartiere Diamante

Presentato, questa mattina a Palazzo Tursi, il “Protocollo d’intesa per lo sviluppo di un processo di partecipazione relativo a una parte degli spazi collettivi del nuovo Quartiere Diamante a Genova”, firmato, a marzo, dagli Assessorati ai Lavori Pubblici e Avvocatura e Servizi Sociali del Comune di Genova, dal Municipio V Valpolcevera, da Arte Genova, dall’Ordine degli Architetti P.P.C. di Genova, dal Dipartimento Architettura e Design – DAD Università degli Studi di Genova e dalla Direzione Socio Sanitaria della ASL 3. Al centro del percorso partecipativo saranno principalmente tre opere fortemente richieste dalla popolazione del quartiere Diamante: la nuova piazza, il nuovo teatro all’aperto per concerti ed eventi, la Casa della Cultura per attività ricreative.

Con il Protocollo, il Comune di Genova e il Municipio V Valpolcevera, con le Direzioni Politiche abitative e Politiche sociali coinvolte, si impegnano a monitorare gli esiti del processo di partecipazione riconoscendoli come elemento di valore nell’ottica della garanzia della partecipazione dei cittadini. Arte Genova, dopo le verifiche tecniche relative alla fattibilità della proposta, si impegna a formalizzarla, cioè a tradurla nella documentazione tecnico amministrativa, necessaria per realizzare l’opera. L’Ordine Architetti PPC supporterà Avventura Urbana srl – società a cui il Comune di Genova ha affidato, tramite bando pubblico, la realizzazione del percorso di progettazione partecipata – nell’individuazione delle aree oggetto di co-progettazione, secondo alcuni precisi criteri. Il Dipartimento DAD si impegna a collaborare, per le proprie competenze, allo sviluppo del processo. La ASL 3 si impegna, per le proprie competenze, nell’ottica di una piena integrazione socio sanitaria con le altre realtà territoriali, all’elaborazione tecnica dei bisogni portati dagli abitanti.

I contenuti del progetto condiviso potranno riguardare: l’assetto geometrico dello spazio collettivo (aree pedonali e aree carrabili, ecc.), le suddivisioni tra i percorsi e le aree verdi, le scelte degli arredi e della loro posizione nello spazio, il posizionamento di piccole opere d’arte funzionali al ridisegno dello spazio aperto, la tipologia del verde, nuovi elementi architettonici leggeri (quali ad esempio pergole e pensiline), materiali da impiegare. I contenuti del progetto condiviso non potranno riguardare anche scelte che comportino modifiche strutturali sostanziali come: muri di contenimento strade, strutture di maggiore complessità rispetto alle piccole opere d’arte sopra citate. La dimensione dell’area interessata dalla co-progettazione non potrà superare i 1.000 metri quadrati.

«Il percorso partecipativo è stato una scelta importante che può essere replicata anche in altre zone della città dove sono in corso interventi di rigenerazione urbana – sottolinea il vicesindaco e assessore all’Edilizia residenziale pubblica  Pietro Piciocchi – Questa scelta è stata armonizzata anche i tempi molto stretti del bando Pnrr a cui abbiamo avuto accesso per i finanziamenti: rendere compatibili i tempi di realizzazione con l’esigenza di parlare con il quartiere e le persone per fare cose realmente utili è stata la grande sfida. Sono emerse suggestioni interessanti sull’organizzazione degli spazi esterni che potranno portare anche a modifiche al progetto in sede di variante, ma ben venga perché è giusto che i cittadini sentano come cosa loro questo progetto di rigenerazione urbana. Ora l’obiettivo è di accogliere le suggestioni e includerle nel progetto degli spazi di fruizione degli spazi del quartiere».

« La partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini è un elemento chiave in tutto il percorso della rigenerazione urbana del quartiere di Begato – commenta l’assessore all’Urbanistica della Regione Liguria Marco Scajola – Il primo passo di questo intervento è stato infatti l’ascolto degli inquilini del quartiere, grazie a un centro dedicato attivato proprio a Begato, con l’obiettivo di recepire le esigenze delle famiglie e procedere poi al cambio di abitazione, reso possibile da un ampio programma di recupero di alloggi in tutta Genova: questo ancor prima della demolizione delle Dighe, dell’avvio del recupero di via Cechov e dell’avvio del progetto Pinqua, finanziato con 15 milioni di euro da parte di Regione Liguria. Il nostro obiettivo è quello di lasciarci definitivamente alle spalle un modello abitativo che aveva mostrato limiti evidenti e realizzare un nuovo quartiere moderno, vivibile, bello e a misura d’uomo, e per questo ascoltare le esigenze di chi lo abiterà è assolutamente prioritari».

«Si tratta di un percorso condiviso che finalmente sta vedendo la luce – dichiara l’assessore alle Politiche sociali Lorenza Rosso – Ho sempre sostenuto che al pari della rigenerazione urbana debba essere promossa quella di tipo sociale, altrimenti rischiamo di costruire solo delle bellissime cattedrali nel deserto abbandonate a loro stesse. Come amministrazione dobbiamo arrivare a soddisfare quelli che sono i bisogni degli abitanti: questo è quanto negli ultimi anni abbiamo fatto e stiamo continuando a fare, a partire dal centro storico, fino ad arrivare ai diversi quartieri cittadini come, appunto, il Diamante. Per la crescita dei territori è infatti fondamentale un’inclusione sociale che possa far crescere i servizi da mettere a disposizione di tutti, in questo caso parliamo di progetti richiesti a gran voce da coloro che vivono il quartiere».

«Ci sono dei progetti suggeriti attraverso un percorso condiviso in Municipio e organizzato sul territorio sull’utilizzo delle aree esterne dove possono esserci spazi ludici, sportivi, ricreativi e per il sociale sia per giovani sia per gli anziani – commenta il presidente del Municipio V Val Polcevera Federico Romeo – È un territorio dove cooperano tantissime realtà: dalla scuola della Pace di sant’Egidio al Paladiamante con tutte le sue attività sportive fino ai servizi dei sociali per le famiglie. Quello che chiediamo è l’attenzione ai servizi di vicinato, rivolti alla salute, di prossimità per le persone più fragili, tutti servizi molto importanti per la zona. Gli abitanti hanno chiesto soprattutto di garantire una fruibilità tra i diversi livelli del quartiere e a gran voce l’apertura di un ambulatorio medico».

«Oggi il tema dell’abitare è sia un’emergenza sia un’opportunità di rigenerazione, soprattutto nella nostra città policentrica che per sua natura rifiuta il concetto di periferia e necessita di valorizzare le varie identità che la compongono – sottolinea Riccardo Miselli, presidente Ordine Architetti PPC di Genova. – Un tema complesso, che non può essere affrontato replicando soluzioni o modelli utilizzati altrove e che, per tipologia del territorio, per varietà del costruito e per il palinsesto sociale di riferimento, richiede, di volta in volta, una valutazione organica delle opportunità, degli strumenti da utilizzare e dei percorsi da attivare. Da qui emerge come oggi gli architetti abbiano riscoperto il proprio lato umanistico e ruolo sociale e, alle consolidate competenze tecniche, stiano affiancando capacità trasversali in grado di accompagnare il cambiamento, facilitandone i processi, come è successo in occasione del tavolo del Diamante e del suo percorso partecipato. Un sentito ringraziamento va a tutti gli attori coinvolti e, in particolare, alla generosità dei nostri referenti Francesca Salvarani e Marco Guarino, augurandoci di essere arrivati a un nuovo importante punto di partenza» conclude Miselli.

Dal Tavolo al Protocollo. Il protocollo è il risultato di un lungo percorso partecipativo, iniziato a ottobre 2020 con gli incontri del “Tavolo del Diamante”, a cui hanno partecipato, oltre ai firmatari del Protocollo anche il terzo settore con la Cooperativa Sociale Agorà e la Comunità di San Benedetto al Porto. Gli incontri si sono conclusi a gennaio 2021 con la redazione di un dossier di sintesi: RUD – Rigenerazione Urbana Diamante, a cura del Gruppo di lavoro del “Tavolo del Diamante”.

Sulla base delle informazioni emerse durante il Tavolo del Diamante, è stato attivato un processo di accompagnamento sociale a supporto dei 460 nuclei familiari che hanno dovuto lasciare la Diga di Begato a seguito della demolizione completa della Diga Rossa e di quella parziale della Diga Bianca – di cui restano 37 appartamenti, lasciati a memoria del complesso esistito -.

Con il contributo del Consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC di Genova, è stato avviato un percorso di co-progettazione: tra giugno 2022 e settembre 2023 è attivata la fase della progettazione inclusiva, che, tra giugno 2022 e settembre 2023, viene portata avanti, in stretta connessione con il Tavolo del Diamante, da “Avventura Urbana”, società esperta in processi partecipativi per raggiungere soluzioni sostenibili condivise.

L’attività di coordinamento, progettazione e attuazione del processo di accompagnamento sociale, connesso al progetto di rigenerazione urbana Restart-Begato del quartiere Diamante, ha visto una prima fase di ascolto e raccolta dei punti di vista dei residenti, seguita dall’accompagnamento della popolazione residente al cantiere e infine la progettazione e organizzazione di cantieri evento in prossimità del cantiere stesso.

Attraverso un’estrema sintesi del lavoro svolto da “Avventura urbana” è emerso che per migliorare il quartiere occorre intervenire principalmente su tre aspetti: la nuova Piazza, il nuovo Teatro all’aperto e la Casa della Cultura.

La nuova Piazza, richiesta da più dell’86 % degli intervistati, risponde al bisogno di avere nuovi spazi pubblici e percorsi pedonali per la comunità, che siano dotati di panchine, giochi per bambini, alberi e aree verdi, fontanelle di acqua potabile. Tra le altre richieste: l’area per cani, la pista di pattinaggio, l’area skate, l’area pic-nic, uno spazio che si presti ad ospitare eventi e mercatini, murales sui prospetti che si affacciano sulla piazza, tettoie e infine spazi attrezzati per barbecue all’aperto e rastrelliere per le biciclette.

Tra le istanze raccolte anche quella di dotare il quartiere di: bar, bocciodromo, edicola, telecamere di video-sorveglianza, elementi illuminanti, cestini per i rifiuti, elementi floreali, campi sportivi e polifunzionali, attrezzature per lo sport all’area aperta.

Quasi il 70 % degli intervistati desiderano un nuovo luogo all’aperto nel quartiere, un Teatro che possa ospitare eventi, concerti, spettacoli per bambini, rappresentazioni teatrali, spettacoli di marionette, cinema, feste di quartiere e manifestazioni sportive.

Infine, la Casa della Cultura, della quale si sta ripensando la collocazione, nel report di “Avventura Urbana” viene immaginata “come: un luogo bello, accessibile a tutti e gratuito: un vero e proprio centro di aggregazione per il quartiere, un luogo denso di attività culturali, un luogo denso di opportunità ricreative. (…) Essa dovrà divenire un centro di aggregazione permanente per il quartiere denso di spazi per ospitare attività diverse per anziani e bambini, ovvero: una palestra di riabilitazione, una libreria collettiva, un’aula studio, uno spazio espositivo per mostre ed eventi, uno spazio in cui fare giochi da tavolo, una ludoteca, una sala da ballo, uno spazio per la meditazione e uno per le assemblee, un punto di ascolto per le donne, uno spazio per attività per disabili, un internet point, una piccola discoteca per giovanissimi, un cinema, uno spazio per spettacoli. Dovrà avere luoghi capaci di ospitare laboratori e corsi gratuiti volti ad incentivare la cultura, la manualità e l’apprendimento di mestieri, come corsi di teatro, cucito, cucina, pittura, lettura, uncinetto, decoupage, musica, lingua italiana per stranieri e lingue straniere per gli italiani, educazione civica”.

Significativo è l’interesse al progetto di rigenerazione urbana: dall’analisi delle risposte pervenute, oltre il 57 % dei cittadini intervistati è risultato interessato a partecipare agli incontri per ragionare sugli aspetti del progetto per proporre soluzioni migliorative. Con la firma del protocollo, il Tavolo del Diamante continua a riunirsi con cadenza mensile portando avanti gli esiti del percorso di partecipazione, monitorando la costruzione delle opere, proseguendo il percorso di accompagnamento sociale dei residenti.