“Se il Governo non vuole continuare sulla strada del Superbonus, lo dica chiaramente. Lo stillicidio provocato dai continui decreti sta creando una situazione paradossale con modalità assolutamente inaccettabili che avranno forti ripercussioni sul settore costruzioni e sul lavoro dei professionisti.”
E’ questo il commento del Presidente del CNAPPC, Francesco Miceli, sulle nuove previsioni sanzionatorie per le asseverazioni previste dal comma 2 dell’art.2 del decreto legge sulle frodi in materia edilizia approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri.
Su questo tema la Rete delle Professioni Tecniche ha inviato una nota al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella quale viene chiesto che questa norma venga eliminata o comunque corretta sottolineando “il grave rischio di creare nuovamente difficoltà insormontabili nel processo di miglioramento energetico e di messa in sicurezza degli edifici”.
I professionisti tecnici, che esprimono la più ampia volontà di contribuire, come già fanno, alle attività di contrasto alle frodi non comprendono, infatti, “la necessità di un inasprimento delle sanzioni e delle modifiche al meccanismo delle asseverazioni in quanto, proprio per il Superbonus, da sempre sono previste le dichiarazioni asseverate dei tecnici abilitati e il provvedimento, stando ai dati dell’Agenzia delle Entrate, si caratterizza per una percentuale di frodi – ad oggi peraltro solo ipotizzate e presunte – pari al 3% sul totale degli importi delle opere coperte dall’incentivo statale. Inoltre non si hanno notizie, ad oggi, di responsabilità dei professionisti tecnici in proposito, né di dichiarazioni false o infedeli accertate come tali.”
Nella nota viene inoltre sottolineato che “la formulazione del testo si presta a gravi difetti di costituzionalità, a cominciare dal fatto che viola il principio di legalità e di determinatezza della fattispecie penale, essendo definita in maniera assolutamente generica e superficiale la condotta punita”.