Terremoto: cosa possiamo fare davvero?

Questa ripresa di lavori dopo la pausa estiva purtroppo è segnata dal drammatico terremoto che ha colpito nuovamente il centro della nostra penisola. La nostra Comunità di professionisti  esprime cordoglio, vicinanza e  sostegno alle persone colpite da questa tragedia.

Anche a noi Architetti viene richiesto un grande impegno nel rendere il Bel Paese più sicuro. Non si può che aderire alle mobilitazioni e agli slanci sinceri  verso la messa in sicurezza del nostro territorio, e in generale  siamo concordi nell’individuare priorità nella salvaguardia dell’incolumità delle persone e nella protezione del patrimonio culturale e immobiliare. E questo comune sentire vale non solo per i terremoti, come anche in Liguria abbiamo imparato.
Sappiamo però bene, all’atto pratico, come questa strada da intraprendere sia irta di difficoltà. Progettazioni complesse, norme tecniche in divenire e a volte contraddittorie, limiti economici, lacci burocratici si accompagnano sempre a qualsiasi impostazione culturale, e  politica,  del problema, che si tratti di agire per il “dov’era com’era” o di costruire “new town”. E spesso si deve combattere un nemico più insidioso ancora: il malaffare.
È  evidente quindi la centralità del nostro mestiere sia nelle premesse che negli sviluppi. Centralità  del mestiere che è una responsabilità professionale e civile.


Cosa possiamo fare davvero?

Come professionisti dobbiamo essere costantemente informati, aggiornati e preparati  sulle tecniche e sulle normative , anche per diffondere una cultura delle costruzioni, della sicurezza, lontana dai facili – e pericolosi – processi mediatici. Dobbiamo essere preparati alla gestione delle emergenze, anche facendo sistema e rete con gli altri professionisti  e soggetti coinvolti distinguendoci per le nostre competenze.

Come istituzione gli Ordini degli Architetti devono promuovere ogni azione necessaria alla diffusione di questa cultura del costruire (e ricostruire) in sicurezza, promuovendo una formazione e un aggiornamento costante e mirato, richiedendo che  gli Enti preposti all’incolumità delle persone e delle cose facciano lo stesso.
Compito dell’Ordine è poi diffondere una cultura della legalità  pretendendo il riconoscimento ed  il rispetto del nostro impegno professionale in virtù delle enormi responsabilità che siamo pronti ad assumerci. Rispetto in cui – a volte – noi stessi non crediamo per primi.

Solo se ognuno farà con coraggio e tenacia la propria parte potremo vivere in un Paese Bellissimo, fondato  sul progetto e non sull’emergenza.

Nelle prossime settimane vi aggiorneremo sulle prime iniziative che vogliamo intraprendere, coordinandoci anche con gli altri Ordini tecnici della nostra Provincia e Regione insieme agli altri Enti preposti.

Il Presidente

arch. Paolo A. Raffetto