Una nuova ed eccezionale fase espansiva delle Opere pubbliche alla quale contribuisce in modo significativo il Pnrr e sulla quale incidono anche altri programmi precedentemente avviati: la progettazione di Opere pubbliche passa, infatti, dai 300 milioni di euro del 2016 ai 3 miliardi del 2022, i bandi da 2.900 a quasi 6.000. Ed ancora: boom dei concorsi di progettazione che nel 2020 erano stati 121, nel 2021 108, nel 2022 saliti a 511; ben 300 nei solo primi due mesi del 2023.
Sono questi alcuni dei dati della ricerca “Il boom del mercato delle Opere pubbliche, il nuovo Codice e la qualità della progettazione” realizzata dall’ONSAI – Osservatorio Servizi di Architettura e Ingegneria. CNAPPC-CRESME e che sarà illustrata domani, 10 marzo, a Roma nel corso della Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti PPC. A commentare i dati con i vertici del CNAPPC, durante l’iniziativa “Opere pubbliche, nuovo Codice dei contratti: Quale possibile futuro?”, Giuseppe Busia, Presidente ANAC, Massimo Sessa, Presidente Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Francesca De Sanctis, Componente della Commissione Referente Opere Pubbliche ANCE.
“E’ forte il rischio che l’eccessiva semplificazione alla quale tende il testo del nuovo Codice dei Contratti, attualmente al vaglio del Parlamento, non valorizzando il concorso di progettazione, anzi, sottovalutandolo, abbassi fortemente la qualità delle Opere pubbliche, frenando così l’avvio di una stagione virtuosa. Il concorso di progettazione non è solo la procedura fondamentale per garantire l’ottenimento di progetti di alta qualità armonicamente inseriti nell’ambiente e nei territori, ma rappresenta un importante investimento di denaro pubblico capace di mettere in atto processi incisivi e duraturi. Ai giovani professionisti, poi, dà la possibilità di partecipare ad una selezione meritocratica sui progetti che prevede l’affidamento dell’incarico al vincitore”.
E’ questo l’allarme lanciato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC). A conferma di ciò anche l’apertura alla possibilità di utilizzare l’appalto integrato come procedura di aggiudicazione dei lavori che già in questa fase passa dai 2,5 miliardi di importi in gara del 2016 a oltre 35 miliardi nel 2022, pari al 42% del mercato delle opere pubbliche.
Le altre criticità che emergono dalla ricerca riguardano il calcolo del corrispettivo da porre a base di gara, il mancato rispetto dell’art. 52 del R.D. 2537/1925 (prestazione non riservata a architetti per immobili storici), il mancato ricorso al concorso per la progettazione di lavori di particolare rilevanza. Infine i primi risultati del 2023 fanno emergere una minore incidenza dei casi di affidamento al vincitore del concorso dei livelli successivi di progettazione a motivo del sempre più frequente ricorso all’appalto integrato.
Dai dati della ricerca emerge poi che degli 83 miliardi di lavori in gara nel 2022: 53,6 miliardi riguardano le infrastrutture (reti di trasporto, idriche, rifiuti, energia e telecomunicazioni) e interventi di difesa del suolo, verde pubblico e arredo urbano; ma 30 miliardi di lavori riguardano l’edilizia pubblica sia di nuova costruzione che di riqualificazione. Dei 3,1 miliardi riguardanti le gare di progettazione nel 2022 il 69% è affidato mediante accordi quadro (circa 2,1 miliardi).
Di questi il 45% (1,4 miliardi) sono bandi Invitalia per la progettazione, la direzione lavori e il collaudo di lavori pubblici PNRR-PNC inseriti nel Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (PINQuA), nei Piani Urbani Integrati (PUI) per la ristrutturazione, la manutenzione e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di strutture edilizie pubbliche esistenti, nel Piano di investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale (edifici e aree naturali), tra gli investimenti della Missione 6 «Salute» per la realizzazione di reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale (Case della Comunità e ospedali di Comunità). I principali committenti per la progettazione sono Comuni e Enti centrali; sanità, scuole, vita sociale e abitare i principali ambiti tematici.
E’ possibile seguire l’iniziativa “Opere pubbliche, nuovo Codice dei contratti: Quale possibile futuro?” sul canale YouTube del CNAPPC.