In occasione dei 100 anni degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri istituiti con la Legge 1395 del 24 giugno 1923, giovedì 22 giugno 2023, dalle ore 18.30, a Terrazza Colombo si svolgerà il convegno incentrato ruolo dei due Ordini all’interno della società e della città di Genova, tra passato, presente e prospettive future. L’evento – su invito – sarà trasmesso in streaming sui canali Facebook e YouTube di Primocanale e successivamente messo in onda alle ore 23:00 su Primocanale (canale 10) e il 23 giugno alle ore 13:00 su Primopiano (canale 16).
Al convegno prenderanno parte le istituzioni locali, i consiglieri nazionali, le associazioni di categoria e tutte le realtà con cui quotidianamente i due Ordini si confrontano nello svolgimento delle proprie attività e della professione.
Sarà un’importante occasione per discutere su quale sia la loro funzione, analizzando le rispettive competenze e attività a distanza di cent’anni, per poi approfondire il rapporto delle due professioni con il territorio, con una particolare attenzione ai temi della ricerca e della cultura e alle sfide del futuro. Non mancheranno gli approfondimenti sui servizi agli iscritti, sulle attività delle svariate commissioni e sulle collaborazioni in essere con gli altri enti, tutte attività portate avanti in un’ottica di condivisione e di apertura agli iscritti e alla città.
Con la firma della legge 1395 del 1923 e il successivo regolamento del 1925 le professioni di ingegnere e architetto – dopo quella di avvocato nel 1874 e quella di medico nel 1910 – furono regolamentate, riconoscendone la pubblica utilità e il valore sociale. L’iniziale e chiara struttura ordinistica, che interpretava gli antichi principi dei movimenti corporativi artigiani, monastici e cavallereschi, è arrivata oggi a essere una macchina complessa, tanto autorevole quanto a volte fragile, aggiornandosi in particolare negli ultimi trent’anni dove registriamo un acuire legislativo che conferma come il sistema, sebbene determini in autonomia le proprie regole, sia lo specchio della nostra società e stia con essa cambiando velocemente, estendendo gli ambiti operativi e acquisendo nuovi ruoli e compiti da svolgere.
Tra luci e ombre ricordiamo alcuni passaggi determinanti di questo cambiamento, quali il DPR 328/2001 con l’introduzione delle lauree specialistiche, la legge 248 /2006 – ovvero il Decreto Bersani – che ha abolito i minimi tariffari, l’introduzione – a partire dal 2014 – della formazione continua permanente e il DL137/2012 con l’istituzione dell’Albo Unico Nazionale e dei Consigli di Disciplina.
Tappe di un percorso articolato, per lo più in salita, che ci porta oggi a decifrare le regole del nuovo Codice Contratti, a misurarci con la nuova norma sull’equo compenso, ad attendere la Legge sull’Architettura, ma soprattutto a confrontarci con le opportunità legate all’Europa, al New European Bauhaus e al Green Deal, le cui direttive – a partire dalla 2005/36/CE – vedono nell’architetto un ruolo centrale e di grande responsabilità nel presente e nell’immediato futuro.
Essere iscritti a un Ordine deve ricordare il ruolo che abbiamo nella società, ovvero quello di essere il ponte tra la dimensione tecnica e quella umanistica e, soprattutto, di essere gli interpreti della volontà politica, attraverso quello strumento per molti magico ma per noi quotidiano del “progetto”. Un’attività che, al di là di isolati monumenti contemporanei, è un’occasione di trasformazione capillare e ordinaria del territorio e che possiede un altissimo valore culturale.
A cent’anni di distanza, piuttosto che una celebrazione autoreferenziale del passato, è necessaria una riflessione sul futuro della professione che rappresentiamo. Viviamo, oggi più che mai, in una sorta di crisi permanente, dove la programmazione avviene spesso a valle di situazioni emergenziali e dove la prospettiva ambientale è una delle poche certezze con cui dovremmo confrontarci nei prossimi anni.
Per ritrovare gli architetti quali referenti autorevoli all’interno della società è necessario agire su più livelli. Dobbiamo acquisire un ruolo centrale nella costruzione delle norme, troppo spesso redatte senza un effettivo nostro coinvolgimento ma anche arricchire le nostre competenze e comprendere come, ad esempio, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale siano strumenti utili per il nostro lavoro e come la partecipazione e programmazione dei processi siano mezzi per dare qualità ai progetti. Per un futuro che è già oggi, in cui è urgente riscattare, con un impegno collettivo, il valore delle nostre attività che, sebbene siano spesso confuse e ridotte a semplici servizi o lavori, hanno una profonda radice intellettuale.
Riccardo Miselli
Presidente Ordine Architetti PPC della Provincia di Genova