Il decreto Sblocca Cantieri è legge: con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 140 del 17 giugno 2019, diventano operative una serie di consistenti modifiche al Codice degli Appalti ed al Testo Unico sull’edilizia.
Ad entrare in vigore è la legge n. 55/2019 dal titolo “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici”.
Rispetto al decreto uscito dalla seduta n. 55 del Consiglio dei Ministri, il testo originario ha subito profonde modifiche durante l’iter di approvazione, specie in seguito al suo passaggio in Senato. In particolare, una serie di emendamenti al testo hanno modificato il Capo I, riguardante il Codice degli Appalti.
Su questo tema così importante si segnala il comunicato stampa rilasciato a commento dal CNAPPC Sblocca Cantieri: “Basta leggi omnibus”
Di seguito, invece, il parere del coordinatore della Commissione Lavori Pubblici dell’Ordine degli Architetti di Genova, Roberto Burlando:
L’approvazione del cosiddetto decreto Sblocca Cantieri rappresenta un drastico passo indietro rispetto al cammino intrapreso dal legislatore negli ultimi anni. Proprio quando, faticosamente, il nuovo Codice degli Appalti iniziava a dare i suoi frutti e, finalmente, aumentavano il numero e gli importi delle gare di progettazione ed esecuzione, ecco questa drastica inversione di marcia.
Dopo la tanta fatica fatta per lottare sulle linee guida per migliorare i bandi e le gare, ecco che queste stesse linee guida vengono meno. Quando finalmente iniziava a passare l’idea che i progetti fossero la base per migliorare la qualità della vita quotidiana e che il ricorso al concorso fosse l’unico strumento in grado di far prevalere la qualità e l’architettura sui fatturati e sulle società di progettazione, ecco venire rimesso tutto in discussione.
Rispetto delle norme, impiego di materiali performanti, riduzione dei costi di manutenzione e rispetto dei costi rappresentano sicuramente requisiti fondamentali per qualsiasi investitore privato o per chi concorra a un finanziamento europeo. Tuttavia, il requisito principale è la certezza dei tempi: tanto per quanto riguarda l’autorizzazione, che per la realizzazione stessa del progetto.
La burocrazia e l’incertezza della cornice normativa uccidono l’urbanistica e l’architettura, a Genova come in tutta Italia. Certo, il percorso intrapreso con il Codice degli Appalti non era tutto rose e fiori, ma indubbiamente aveva segnato una ripartenza. Adesso, invece, è tutto da rifare. L’impressione è che a mancare sia una chiara cabina di regia in grado di indicare la rotta, con il rischio concreto di andare a sbattere. E su questo, per una volta, sembrano essere concordi tutti gli attori in campo: professionisti, costruttori, sindacati e amministratori.Roberto Burlando, segretario dell’Ordine degli Architetti di Genova