Un’agenda urbana per le città del Mediterraneo

Attuare una vera e propria agenda urbana per le città del Mediterraneo sulla scia dell’Agenda Urbana 2030 puntando a realizzare, in particolar modo, l’obiettivo 11 che  mira a “rendere le città e gli insediamenti urbani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”.

È questo il principale obiettivo della Dichiarazione di Roma lanciata nel corso dell’assemblea generale dell’Umar, Unione Architetti del Mediterraneo, che ha scelto la capitale italiana e la sede del Consiglio nazionale degli Architetti per celebrare il 25° anniversario della sua fondazione.

Una scelta significativa che testimonia l’incisiva presenza degli architetti italiani all’interno dell’Unione e che è finalizzata a sostenere con forza tutte le azioni tese ad affermare il valore di una architettura che contribuisca al dialogo, a momenti di riflessione e che promuova una crescita condivisa e sostenibile dei Paesi dell’area del Mediterraneo.

Come ha sottolineato il presidente degli architetti italiani, Giuseppe Cappochin, nel suo intervento  – che rappresenta l’ossatura della Dichiarazione di Roma – «anche le città del bacino del Mediterraneo stanno subendo veloci trasformazioni, muovendosi tra la conservazione del loro patrimonio culturale e lo sviluppo della città contemporanea. Possono quindi fornire autorevoli contributi per la definizione di una vera e propria agenda urbana per l’area mediterranea».

«Un progetto questo – ha aggiunto – al quale crediamo fortemente e per la cui realizzazione siamo pronti a fornire il nostro contributo nella consapevolezza che quella che stiamo vivendo è una stagione caratterizzata da trasformazioni epocali che richiede una grande capacità in termini di pianificazione, progettazione e risposte concrete».

Per Lilia Cannarella, vice presidente aggiunto del Consiglio nazionale e tesoriere dell’Umar, «in questo scenario l’Unione degli Architetti del Mediterraneo, in quanto organizzazione multiculturale, può fornire alla Comunità internazionale  – anche alla luce dell’emergere dei temi legati ai flussi migratori – proposte concrete per promuovere uno sviluppo sostenibile delle città e dei territori, alimentando il dialogo culturale e promuovendo cooperazione e collaborazione. Tutto ciò valorizzando comune identità, comune storia condivisa, modello urbano mediterraneo e conseguente stile di vita».

All’assemblea dell’Umar hanno anche partecipato il presidente dell’Unione internazionale degli Architetti, Thomas Vonier, ed i vicepresidenti Nikos Fintikakis e Lorenz Braker.

Aderiscono all’Unione degli Architetti del Mediterraneo i Consigli nazionali degli Architetti – od organismi similari – di Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Italia, Libano, Malta, Marocco, Palestina, Portogallo, Spagna, Tunisia e Turchia.