Il disastro del 14 agosto 2018 ha profondamente colpito la nostra comunità e lasciato un solco indelebile nella memoria di tutti. Tuttavia, il crollo del Ponte Morandi ha ribadito la necessità non più procrastinabile di individuare una soluzione a problemi che da troppo tempo condizionano il futuro della città di Genova nel suo complesso.
Abbiamo detto e scritto che, per fare ripartire Genova, si doveva iniziare dunque dalla Val Polcevera e dalla ricerca della sua nuova identità. Si tratta di ricostruire un ponte, ma anche un pezzo di città, a lungo trascurato e ora in parte demolito, che deve essere ri-progettato o, come diciamo noi architetti e urbanisti, “rigenerato”.
Se il ponte è stato, ed è giustamente, il centro di ogni risorsa ed attenzione, la rigenerazione della Val Polcevera, tema più sfuggevole e assai complesso, necessitava da parte nostra di grande cura affinché venissero avviati i necessari percorsi di progettazione e finanziamento.
Abbiamo fin da subito avviato un’interlocuzione con le istituzioni, in primis con l’Urbanlab del Comune di Genova, al fine di tradurre il nostro impegno in azioni concrete e coordinate. Grazie all’autorevolezza e all’impegno di Renzo Piano, insieme al nostro Consiglio Nazionale abbiamo convinto il sindaco-commissario Marco Bucci della bontà della strada intrapresa.
Dall’istituzione del “Tavolo per la ricostruzione del quadrante Valpolcevera” è poi scaturito, in tempi brevissimi, il concorso internazionale di progettazione più importante mai bandito dal Comune di Genova, finalizzato a ridisegnare “il Parco del Ponte” connotato da spazi verdi, piazze, aree sportive, percorsi ciclabili e pedonali, di dimensione notevole e di grade attrattività e vitalità per la città intera, tanto da comprendere nel proprio programma anche l’insediamento di attività produttive “smart”, integrate col verde e ambientalmente sostenibili. Nel prossimo mese di settembre conosceremo il nome del progetto vincitore tra le più di trenta proposte arrivate.
Il concorso “Il Parco del Ponte” rappresenta sia una delle risposte più concrete alla ricostruzione e rigenerazione di una porzione della Valpolcevera, sia un approccio innovativo per raccogliere punti di vista diversi su temi progettuali complessi in maniera democratica e meritocratica, come avviene nei paesi del mondo che hanno cura della qualità dell’architettura e, quindi, della vita dei cittadini.
Il tentativo avviato di ripensare un pezzo di città attraverso un progetto urbano molto ampio e coraggioso non deve, però, fermarsi al solo “parco del ponte”. Da questo primo concorso scaturirà anche un “masterplan”, un progetto guida, il cui valore delle trasformazioni raggiungerà 600 milioni di euro: serve ancora impegno e lavoro per fare sì che i fondi necessari a completare questo disegno urbano arrivino da investimenti, anche privati, attratti dalla qualità e dall’interesse per la nuova Val Polcevera e non vengano compromessi dalle varie crisi di Governo, considerato il lungo arco temporale necessario a realizzarlo.
Parallelamente al dibattito sulla rigenerazione della Val Polcevera, abbiamo ritenuto doveroso stimolare una discussione che andasse oltre il ponte stesso, e traguardasse l’idea di città nel medio-lungo termine: da qui il rilancio della piattaforma Genova 2050 con cui abbiamo rivolto l’attenzione ai nodi dell’abitare, dei servizi e della mobilità, mettendo in rete i progetti già avviati e invitando i colleghi a promuoverne di nuovi, con l’ambizione di indirizzare lo sviluppo della città per i prossimi trent’anni e di trovare finalmente soluzione ai tanti vuoti urbani che, ancora oggi, caratterizzano e condizionano il tessuto di troppi quartieri.